"... Tutti scoprono, più o meno tardi nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche un'infelicità perfetta.
I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito.
Vi si oppone la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell'altro, incertezza del domani.
Vi si oppone la sicurezza della morte, che impone un limite a ogni gioia, ma anche a ogni dolore.
Vi si oppongono le inevitabili cure materiali, che, come inquinano ogni felicità duratura, così distolgono assiduamente la nostra attenzione dalla sventura che ci sovrasta, e ne rendono frammentaria, e perciò sostenibile, la consapevolezza.
Sono stati proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di una disperazione senza fondo, durante il viaggio e dopo.
Non già la volontà di vivere, nè una cosciente rassegnazione:
ché pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un comune campione di umanità."
da "Se questo è un uomo" di Primo Levi
Posto che il libro non l'ho mai letto,
ieri mi è capitato di leggere questo brano,
e ne sono rimasto FOLGORATO.
Dopotutto, paradossalmente, è più positivo e ottimista di quanto sembri...
Nessun commento:
Posta un commento