lunedì 16 marzo 2009

..la morte

Oggi, fra le mani, mi è nata una poesia.
Mi è nata nel senso che davvero, come dice Vasco, le parole uscivano da sole.
Al più io ho dovuto letteralmente frenarle per cercare

di fare avere loro un qualche remoto senso compiuto.
Ed è stato strano poi, rileggendola, vedere che

era decisamente più “black” del dovuto.
Ma se è vero che Dj Francesco scrisse una canzone spensierata e leggera come “La canzone del capitano” in un periodo di depressione, se tanto mi da tanto, oggi la mia poesia non poteva che essere così triste…
..ma lascio che le parole vengano a voi…


Tu che cerchi quelle cose che la vita non ti da
Rincorrendo una speranza che per gli altri è la realtà
Come un sogno, una chimera o, perché no, un’utopia
Chiedi aiuto a un qualche Dio, forse Allah o chicchessia
Ma non trovi una risposta
e il tuo futuro se ne va
In un campo polveroso

di sabbia e vanità
E, una ad una, crolla ogni speranza
Come luci che si spengono, e lasciano la notte,
come porte che si chiudono, e lasciano il silenzio,
come petali che cadono, e lasciano…
…la morte.

Tu che vaghi per la notte, con il freddo di città
Con il buio per compagno, prima o poi il di’ verrà
Pensi questo e aspetti l’alba, il nuovo giorno di una nuova età
Stessi occhi, stessa gente, stessa pure la pietà.
E ci riprovi, preghi ancora: una risposta arriverà
Il tuo grido ormai un po’ spento forse alcun lo sentirà,
Nella nebbia della vita, fra rumore e veirtà.

Ma il tempo passa,
e invecchia il mondo,
e invecchi tu.
Ogni ruga una storia,
ogni storia un sorriso,
ogni smorfia un rimpianto.
…e le solite luci si spengono,
le solite porte si chiudono,
i soliti petali cadono
e finalmente arriva,
eccola…
…la morte.



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